Il vitigno Pinot Nero è uno dei vitigni principali con cui si produce Champagne in Francia.
Da dove deriva il nome Pinot Nero e quale è la sua storia?
Il nome “Pinot” deriva dalla tipica forma del grappolo di quest’uva, compatto e serrato da ricordare una pigna.
Il Pinot Nero è fra le uve più antiche di cui si abbiamo notizie storiche e la sua terra di origine è molto probabilmente la Borgogna. Si ritiene che sia coltivato da oltre 2.000 anni, e con molta probabilità era già presente nella regione prima delle invasioni da parte dei Romani. Già allora godeva di una certa notorietà tanto che venne citato nelle opere di Columella e di Plinio il Vecchio.
Una peculiarità unica nel suo genere.
Il Pinot Nero è una varietà geneticamente instabile, cioè può mutare molto facilmente dando origine ad altre varietà, e le più celebri sono Pinot Bianco, Pinot Grigio e Pinot Meunier, oramai considerate come delle varietà specifiche.
Come può essere vinificato?
I suoi acini hanno una buccia sottile, una capacità colorante modesta, un contenuto di tannini piuttosto basso e un’acidità piuttosto marcata, pertanto quest’uva non si presta a molti tipo di vinificazione.
Viene utilizzato, con grande successo, nella produzione di spumanti metodi classici (Champagne, Franciacorta, Oltrepò Pavese), per la sua elevata acidità, i suoi aromi delicati e la sua poca capacità colorante.
Viene utilizzato, inoltre, per la produzione di vini rossi, specialmente lasciati riposare in barrique o in botti, questo perché i tannini dei legni riequilibrano la naturale mancanza di sostanze polifenoliche (celebri i pinot neri francesi della Borgogna).
La coltura di questo vitigno è in espansione in Italia?
Si, ad esempio in Toscana, dove l’azienda Quercialuce ha iniziato con successo la produzione di Petit Fleurì, spumante metodo classico da uve Pinot Nero.
Enologo Dario Dott.Alberio